SCHEDA TECNICA

Veicolo: REG B.A.F. Shoki
Costruttore: Reginald Blosshom Air Fighters
Tipo: caccia notturno / assalto
Anno: 1918
Fazione: Blocco Ribelle
Motore: Vulcania Fuji da 900 Kg di spinta
Lunghezza:
Larghezza:
Altezza:
Peso al decollo: kg 4580
Velocità massima: km/h 990 a 5000 m di quota
Autonomia: 600 km
Armamento: 18 cannoni laser ad alta intensità Vulcania
Equipaggio: 1 persona
Scala del modello: 1/40


 

Cenni storici

Il progetto dello Shoki come idea nacque prima della guerra. Reginald Blossholm, già padre di numerosi racers del Cosmodrome, sviluppò il suo progetto in via privata, autofinanziandolo con i proventi della vendita del suo ultimo modello sportivo, il Thunderbolt, (vedi disegno qui sotto) che ebbe molto successo nella categoria degli atmosferici. Si trattava di un triplano atipico, in quanto l'ala superiore, era supportata da altre due coppie poste ai lati della fusoliera di diverso spessore e portanza. In pratica si trattava della massima espressione possibile del concetto del sesquiplano, anche se i modelli precedenti, di configurazione tipicamente biplana, sembrava avessero fatto già il loro tempo. Nonostante ciò, il Thunderbolt dominò per tre anni consecutivi i cosmodromi atmosferici, cioè fino a quando non furono chiusi per le note questioni di sicurezza.
Molte della soluzioni adottate nel Thunderbolt furono così riportate nel progetto dello Shoki, come la particolare struttura della fusoliera e il posizionamento del motore, posto immediatamente dietro e sopra la carlinga. Soluzione che se da una parte limitava molto la visibilità verso il dietro, permetteva un facile accesso alle parti meccaniche e ne semplificava enormemente la manutenzione. Il grosso propulsore del Thunderbolt fu provato sulla cellula dello Shoki ma dette tali problemi di vibrazione che Blossholm stesso decise per un motore più piccolo e compatto e recuperando prestazioni nella semplificazione della cellula. Un ulteriore problema fu l'installazione del pesantissimo armamento, che costrinse i tecnici di Blossholm a rivoluzionare ancora il prototipo, che finalmente, nell'aprile del 1918 potè svolgere i primi cicli di test, direttamente sul campo di battaglia.
Veloce soprattutto a bassa quota ma poco maneggevole, aveva nell'eccezionale armamento offensivo il suo punto di forza, che ne fece la punta di diamante dell'aeronautica tattica di Haalbock. Utilizzato spesso come caccia notturno, conseguì numerose vittorie soprattutto come cacciacarri, che affrontava praticamente volando rasente il terreno, come un velocissimo semovente. Il fuoco collettivo di tutti e 18 i cannoni creava un'onda d'urto cui pochi corazzati riuscivano a resistere e molti ad esempio furono i Salamander distrutti dagli Shoki di Lhata II.
Nell'ultimo anno di guerra i superstiti Shoki furono relegati nelle retrovie e molti di essi furono distrutti al suolo dai Raven di Stolen nelle ultime concitate fasi del conflitto, quando la scarsità di carburante aveva fatto propendere per l'utilizzo dei soli caccia Vixen e Rakete per la protezione del territorio invaso.
Esiste un solo esemplare di Shoki sopravvissuto in buono stato, al quale manca completamente la carenatura della parte poppiera della fusoliera e che è tutt'ora affidato alle cure dei tecnici del Museo Imperiale di Gargoon. (vedi foto in alto)




Cenni sul modello


Questo dello Shoki è stato uno dei modelli che più mi ha deluso. La sua attuale configurazione (è vero che gli manca la parte posteriore della fusoliera: sono riuscito a sbagliarne due volte lo sviluppo e solo più tardi, quando anche il resto dell'apparecchio non rispondeva più molto alle mie aspettative, sono riuscito a venirne a a capo, come si può vedere nel disegno quì sotto...) è da cinque anni oggetto di tentativi di modifica, più o meno convinti. Non sono certissimo che il disegno originale (cioè con la configurazione semibiplana che si vede nella foto) sia ancora utilizzabile, mentre sono sicuro che da qualche parte c'è un file in cui la modifica sostanziale consiste in una versione completamente monoplana. Ma probabilmente nè una nè l'altra vedranno mai la luce...

Cenni sulla foto

Riguardando il modello da certe angolazioni non è poi tanto male... Peccato per il cono di poppa che manca!! :-)

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