SCHEDA TECNICA

Veicolo: Goblin IV
Costruttore: Norbeerstadter Flugzeug-Werke
Tipo: Caccia bombardiere
Anno: 1919
Fazione: Fratellanza
Motori: 2 Dammler Beltz DB 6500 C da 1600 Kg di spinta
Lunghezza: m
Larghezza: m
Altezza: m
Peso al decollo: kg 8640
Velocità massima: km/h 968 a 13000 m di quota
Autonomia: 920 km
Armamento: 2 cannoni laser Kroopp, 2 cannoncini Voolkan
1400 Kg di bombe
Equipaggio: 1 persona
Scala del modello: 1/40

 

Cenni storici

Progettato espressamente per il ruolo di caccia pesante, e per sostituire nel futuro prossimo il CLII A Narvalus nel ruolo di assalto, divenne suo malgrado l'alter ego del Gripen per tutti i mesi finali del conflitto. Di struttura massiccia e robusta, addottò curiosamente la stessa tecnologia del ribelle Rakete per ridurre l'impatto aerodinamico dei due grossi motori di cui lo staff di Rodney Kahn lo volle dotare. I due DB 6500 C infatti furono accoppiati su un unico asse, con conseguente riprogettazione di gran parte del circuito di raffreddamento e della circolazione dei gas compressi, ma i risultati ottenuti già dai primi test fecero ne intravvedere un promettente futuro. Di architettura inconsueta, ed eccezionalmente manovrabile, era dotato di due paia d'ali in tandem di simile carico alare e senza piani verticali. La sua innata maneggevolezza era dovuta ad un sistema integrato di elevoni posti sul bordo d'uscita delle ali posteriori e alla particolare struttura dei deflettori di flusso posti immediatamente dietro l'ugello di spinta dei due DB 6500. Impiegato inizialmente in piccoli gruppi di intercettazione nella Terra di Nessuno su Thalo VI, vide il suo primo impiego importante come caccia di scorta alle grandi Navi Volanti Kaiser Lodzer e Kaiser Brennan durante la famosa impresa dell'11 gennaio 1919 con l'attacco a Lhai-Sha su Lhata II.
Ancora in forza alla riserva della Kriegsmarine, che più di una volta lo ha preferto al più elegante ma delicato Gripen, è in attesa di una completa rigenerazione per quanto riguarda l'armamento e i sistemi di ricerca remota, nonchè della motorizzazione.
Il primo volo del Goblin, inizialmente denominato Hornet II fu effettuato in gran segreto la sera del 15 dicembre 1918 e denotò subito una buona disposizione e una generale assenza di difetti. Potente, veloce e robusto, in grado di incassare un gran numero di colpi continuando ostinatamente a volare, fu subito accolto con grande entusiasmo dai piloti della Kriegsmarine, mentre quelli della Brüwehr, abituati alla leggerezza dei loro Wespe e dei più grandi Gripen, mal si adattarono alla sua imponenza, che paradossalmente era solo apparente. Una volta in volo infatti il grosso caccia della Halbertstadt si rivelò agilissimo, e non ebbe mai nulla da invidiare al più famoso Gripen sia in velocità che in maneggevolezza.
L'esemplare ritratto nella foto appartenne all'asso Ahmed Van Hooven del terzo Goblingruppe operante anch'esso su Lhata II negli ultimi mesi di guerra, accreditato di ventisette centri. La particolare livrea dai colori sgargianti fu tipica degli ultimi mesi di guerra in ambedue gli schieramenti, ma sicuramente più diffusa fra le forze della Fratellanza. Alcuni Goblin riportarono le insegne del Sole Che Sorge anche sull'ala sinistra posteriore, ma non fu la regola.

Cenni sul modello

Per la forma del Goblin, ho pescato nei ricordi di quando costruivo decine di modellini di aerei in scala 1/72, che a quei tempi, si potevano trovare in bustine di nylon a mille lire. Uno i questi aeroplani, comprato per forza, per avere almeno un aereo italiano nella vetrina e che allora mi sembrava bruttissimo, era il caccia italiano Fiat G 50. Ancora oggi non lo ritengo un esempio di stile, ma la gobba che ne caratterizzava la silhouette e che partiva immediatamente da dietro la cappottatura del motore mi ha sempre affascinato. In un certo qual modo, disegnando il profilo del Goblin, subito inconsciamente, poi sempre più consapevolmente, ho voluto ricrearla, quella gobba. Se si osserva la forma della fusoliera che corre sul dorso dell'ala che si fonde con il muso del grosso propulsore, la si può notare bene! Così pure la forma dell'attaccatura delle ali, che però devo ammettere, deve molto di più al caccia giapponese Nakajima Ki-44-IIb, un aereo che mi è sempre piaciuto in quanto "estremo". (Immagini tratte da "Guida agli aeroplani di tutto il mondo-la seconda guerra mondiale-parte prima e parte seconda" di Enzo Angelucci e Paolo Matricardi, Arnoldo Mondadori Editore)


A parte queste reminiscenze, il modello del Goblin è nato bene, nel senso che anche nella fase di progettazione non mi ha dato grossi problemi, a parte la fusoliera (che ho dovuto stringere di almeno 8 millimetri rispetto al primo disegno) e in particolar modo il cockpit. Inoltre sono stato molto indeciso sul carrello da adottare, in quanto nei primi schizzi in cui avevo cominciato ad immaginarmelo, doveva essere equipaggiato con un sistema triciclo anteriore asimmetrico, con la gamba minore singola posta in una gondola a fianco della carenatura dei motori.

Dopo diversi tentativi poco incoraggianti, ho optato per una configurazione più normale, anche se meno divertente, col carrello principale anteriore, anche se posto obliquamente dal dietro in avanti nello spessore dell'ala. Disegnato con una livrea più colorata rispetto a quanto poi ottenuto stampando il file (il grigio/lilla della fusoliera e delle estremità alari in realtà era stato concepito come un più vivace viola), mi piace molto lo stesso, in particolar modo l'accostamento del rosso scuro con l'arancio carico, che sa tanto di Roma A.C. per i tifosi di calcio e che invece mi ricorda molto, ahilui, qualcosa di imprecisato della saga di Star Wars, che checchè se ne dica ha ispirato più di un appassionato, compreso ovviamente me stesso! :-)

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