Cenni
storici
Progettato espressamente per il ruolo di caccia pesante,
e per sostituire nel futuro prossimo il CLII A Narvalus
nel ruolo di assalto, divenne suo malgrado l'alter ego
del Gripen
per tutti i mesi finali del conflitto. Di struttura massiccia
e robusta, addottò curiosamente la stessa tecnologia
del ribelle Rakete
per ridurre l'impatto aerodinamico dei due grossi motori
di cui lo staff di Rodney Kahn lo volle dotare. I due
DB 6500 C infatti furono accoppiati su un unico asse,
con conseguente riprogettazione di gran parte del circuito
di raffreddamento e della circolazione dei gas compressi,
ma i risultati ottenuti già dai primi test fecero
ne intravvedere un promettente futuro. Di architettura
inconsueta, ed eccezionalmente manovrabile, era dotato
di due paia d'ali in tandem di simile carico alare e senza
piani verticali. La sua innata maneggevolezza era dovuta
ad un sistema integrato di elevoni posti sul bordo d'uscita
delle ali posteriori e alla particolare struttura dei
deflettori di flusso posti immediatamente dietro l'ugello
di spinta dei due DB 6500. Impiegato inizialmente in piccoli
gruppi di intercettazione nella Terra di Nessuno su Thalo
VI, vide il suo primo impiego importante come caccia di
scorta alle grandi Navi Volanti Kaiser
Lodzer e Kaiser Brennan durante la famosa
impresa dell'11 gennaio 1919 con l'attacco a Lhai-Sha
su Lhata II.
Ancora in forza
alla riserva della Kriegsmarine, che più di una
volta lo ha preferto al più elegante ma delicato
Gripen, è in attesa di una completa rigenerazione
per quanto riguarda l'armamento e i sistemi di ricerca
remota, nonchè della motorizzazione.
Il primo volo del Goblin, inizialmente denominato Hornet
II fu effettuato in gran segreto la sera del 15 dicembre
1918 e denotò subito una buona disposizione e una
generale assenza di difetti. Potente, veloce e robusto,
in grado di incassare un gran numero di colpi continuando
ostinatamente a volare, fu subito accolto con grande entusiasmo
dai piloti della Kriegsmarine, mentre quelli della Brüwehr,
abituati alla leggerezza dei loro Wespe
e dei più grandi Gripen, mal si adattarono alla
sua imponenza, che paradossalmente era solo apparente.
Una volta in volo infatti il grosso caccia della Halbertstadt
si rivelò agilissimo, e non ebbe mai nulla da invidiare
al più famoso Gripen sia in velocità che
in maneggevolezza.
L'esemplare ritratto nella foto appartenne all'asso Ahmed
Van Hooven del terzo Goblingruppe operante anch'esso su
Lhata II negli ultimi mesi di guerra, accreditato di ventisette
centri. La particolare livrea dai colori sgargianti fu
tipica degli ultimi mesi di guerra in ambedue gli schieramenti,
ma sicuramente più diffusa fra le forze della Fratellanza.
Alcuni Goblin riportarono le insegne del Sole Che Sorge
anche sull'ala sinistra posteriore, ma non fu la regola.
Cenni
sul modello
Per
la forma del Goblin, ho pescato nei ricordi di quando
costruivo decine di modellini di aerei in scala 1/72,
che a quei tempi, si potevano trovare in bustine di nylon
a mille lire. Uno i questi aeroplani, comprato per forza,
per avere almeno un aereo italiano nella vetrina e che
allora mi sembrava bruttissimo, era il caccia italiano
Fiat G 50. Ancora oggi non lo ritengo un esempio di stile,
ma la gobba che ne caratterizzava la silhouette e che
partiva immediatamente da dietro la cappottatura del motore
mi ha sempre affascinato. In un certo qual modo, disegnando
il profilo del Goblin, subito inconsciamente, poi sempre
più consapevolmente, ho voluto ricrearla, quella
gobba. Se si osserva la forma della fusoliera che corre
sul dorso dell'ala che si fonde con il muso del grosso
propulsore, la si può notare bene! Così
pure la forma dell'attaccatura delle ali, che però
devo ammettere, deve molto di più al caccia giapponese
Nakajima Ki-44-IIb, un aereo che mi è sempre piaciuto
in quanto "estremo". (Immagini
tratte da "Guida agli aeroplani di tutto il mondo-la
seconda guerra mondiale-parte prima e parte seconda"
di Enzo Angelucci e Paolo Matricardi, Arnoldo Mondadori
Editore)
A parte queste reminiscenze, il modello del Goblin è
nato bene, nel senso che anche nella fase di progettazione
non mi ha dato grossi problemi, a parte la fusoliera (che
ho dovuto stringere di almeno 8 millimetri rispetto al
primo disegno) e in particolar modo il cockpit. Inoltre
sono stato molto indeciso sul carrello da adottare, in
quanto nei primi schizzi in cui avevo cominciato ad immaginarmelo,
doveva essere equipaggiato con un sistema triciclo anteriore
asimmetrico, con la gamba minore singola posta in una
gondola a fianco della carenatura dei motori.
Dopo diversi tentativi poco incoraggianti, ho optato per
una configurazione più normale, anche se meno divertente,
col carrello principale anteriore, anche se posto obliquamente
dal dietro in avanti nello spessore dell'ala. Disegnato
con una livrea più colorata rispetto a quanto poi
ottenuto stampando il file (il grigio/lilla della fusoliera
e delle estremità alari in realtà era stato
concepito come un più vivace viola), mi piace molto
lo stesso, in particolar modo l'accostamento del rosso
scuro con l'arancio carico, che sa tanto di Roma A.C.
per i tifosi di calcio e che invece mi ricorda molto,
ahilui, qualcosa di imprecisato della saga di Star Wars,
che checchè se ne dica ha ispirato più di
un appassionato, compreso ovviamente me stesso! :-)