Cenni
storici
Il
Vampiro fu un caccia di emergenza, utilizzato soprattutto in
teatri minori come le periferie più lontane del Quadrante
di Eea sui Pianeti Oceanici, dove le stesse armate di Zalo non
furono presenti in forze, data la scarsa importanza strategica
della zona. Tuttavia fu una macchina riuscita e notoriamente
piuttosto difficile da affrontare in azione.
Il progetto nacque come tanti altri protagonisti dei primi giorni
del conflitto da un apparecchio sportivo. Visto il successo
riscontrato da queste macchine, la Vulcania decise di acquistare
i diritti di produzione di un popolare racer prodotto dalla
Hornet Enterprises di Canberra, il Merlin, un veloce idrovolante
impiegato nell'ultima Coppa Schneider e di trasformarlo in aereo
da combattimento.
L'architettura del nuovo caccia era piuttosto semplice: di fusoliera
corta e di buon disegno aerodinamico, era un quasi tutt'ala
privo di veri e propri piani di coda. La superficie portante
di forte spessore in prossimità della fusoliera che conteneva
anche un paio di serbatoi autosigillanti era di forma inconsueta,
a freccia negativa col bordo d'attacco ortogonale all'asse di
simmetria. Completavano l'apparato direzionale due derive poste
alla radice dell'ala che si allungavano all'indietro ben oltre
il suo bordo d'uscita. Discorso
a parte merita la sistemazione dei galleggianti, che già
nella versione originale dell'apparecchio, usufruiva di un ingegnoso
sistema di retrazione delle appendici, ideato dal professor
Von Kleineisenen, riducendo così di oltre il 60% la loro
resistenza aerodinamica.
Le modifiche da parte del team Vulcania furono ridotte al minimo,
e riguardarono il motore, dove all'originale Hornet Viper II,
potente ma discontinuo, fu preferito il collaudato Remerix R109L,
già installato sui Rakete e successivamente sui Golem,
la disposizione dei serbatoi di carburante e l'installazione
del pesante armamento offensivo, che nelle prime versioni comprendeva
tre cannoni laser Vulcania, successivamente ridotti a due per
questioni di peso. Di grande velocità ma di difficile
pilotaggio e tormentato dalla cronica scarsa autonomia, il Vampiro
MK I dovette affrontare inizialmente le forze di Stolen da bombardamento
tattico che disponevano di ridotta scorta di caccia, ottenendo
buoni risultati soprattutto nei confronti dei CL II Raven ma
con l'arrivo anche in quei teatri dei Wespe e successivamente
dei Gripen e dei Goblin cominciò a denunciare tutti i
suoi limiti soprattutto in maneggevolezza, e seppur combattendo
valorosamente, già alla fine del 1918 fu ritirato dalla
prima linea e dove si potè, fu rimpiazzato dai Vixen.
Fu approntata anche una versione terrestre del caccia, denominata
Orkus, ma ne furono realizzati pochi esemplari e il loro impiego
fu irrilevante.
Utilizzato fino alla resa definitiva come aereo da attacco al
suolo e come cacciabombardiere/silurante, il Vampiro fu molto
popolare fra i piloti del Blocco Ribelle del Quadrante di Eea,
che ne apprezzarono l'eccezionale capacità di volare
comunque anche dopo aver subito danni ingenti. L'apparecchio
della foto apparteneva all'asso ribelle C. Matthew del Primo
Stormo di attacco antinave di Aqua I, sopravvisse al conflitto
ed è tutt'ora conservato in buone condizioni nel Museo
Imperiale di Gargoon, nella sezione riservata al settore marino.
Cenni
sul modello
Primo
modello di idrovolante che abbia mai provato a mettere insieme
(a parte lo sfortunato Arado 196 di cui parlo estesamente nelle
pagine dedicate ai progetti) e primo mio modello in assoluto
con un sistema di retrazione delle appendici d'atterraggio,
deve questa soluzione all'intuizione di un amico, Federico,
che quando gli esposi l'intenzione di trasformare il Vampiro
in un idrovolante per risolvere in modo originale una volta
tanto il problema del carrello, mi propose di disporre i galleggianti
una volta retratti alle estremità alari, un po' come
faceva lo statunitense PBY Catalina negli anni '40, anche se
in quel caso si trattava degli stabilizzatori e non dei galleggianti
principali. Questa combinazione, che segue pure una sua logica
e che mi sono trovato a realizzare inaspettatamente in poco
tempo e con grande realismo, dona al modello un'aria molto aggressiva
che una semplice versione terrestre non avrebbe mai avuto...
:-)
Cenni
sul disegno
Di
grandi differenze dal modello al disegno dal quale deriva posso
dire di non trovarne molte, a parte ovviamente i galleggianti
:-) Che stia diventando più bravo?? :-))
Cenni
sulla foto
Per
avere un paio di foto decenti sono tornato alla vecchia fotocamera
tradizionale, che, d'accordo che mi obbliga allo sviluppo, alla
stampa e poi alla scansione, ma per ora mi consente di fotografare
i modelli per intero molto meglio della piccola digitale...
Urge una bella digitale magari reflex... :-))
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